L’Idrokinesiterapia sfrutta le proprietà fisiche dell’acqua e permette all’operatore di valutare le capacità residue del paziente e di impostare, in un setting favorevole e stimolante, un training terapeutico per sviluppare al meglio le sue potenzialità residue.
La resistenza che l’acqua offre ai corpi immersi rallenta l’esecuzione di un movimento e ciò facilita l’apprendimento di un gesto motorio, che viene scomposto ed analizzato fase per fase, e il suo re-inserimento all’interno di una schema motorio magari perso o mai appreso.
L’acqua risponde a leggi fisiche ben determinate e per questo motivo l’idrokinesiterapia non può che presupporre dell’utilizzo dei principi fisici dell’acqua.
Tre sono le principali proprietà fisiche che vengono sfruttate in idrokinesiterapia: il Galleggiamento, la Resistenza all’avanzamento e la Pressione idrostatica dell’acqua.
Galleggiamento
Il Galleggiamento è reso possibile dalla Legge di Archimede:
"ogni corpo immerso parzialmente o completamente in un fluido (liquido o gas) riceve una spinta verticale dal basso verso l'alto, uguale per intensità al peso del volume del fluido spostato"
e dipenderà dalla densità del fluido stesso.
Due parametri influiscono sul galleggiamento: la Massa dell’oggetto che esercita una forza negativa, che fa affondare l’oggetto, e il volume di liquido spostato, che è pari al volume del corpo immerso e che esercita una forza positiva, che fa galleggiare l’oggetto.
La differenza tra le due forze determinerà l’Assetto del corpo immerso (Positivo, neutro o negativo).
Resistenza all’avanzamento
La Resistenza all’avanzamento è la forza che si oppone al movimento in acqua e che agisce in modo diametralmente opposto ad esso; è strettamente dipendente dall’angolo di attacco, ossia dall’angolo tra l’asse longitudinale del corpo in movimento e la direzione del moto.
A parità di angolo d’attacco, alcuni autori affermano, che la resistenza all’avanzamento è uguale al quadrato della forza utilizzata per generare un movimento.
Altri autori affermano che:
“Essa è direttamente proporzionale alla densità e alla viscosità del liquido, alla superficie del corpo in movimento, all’inclinazione del corpo in movimento e alla differenza algebrica tra la velocità dello spostamento del corpo e quella del liquido che lo circonda"
Quindi aumentando la superficie del corpo in movimento, anche con l’ausilio di specifiche attrezzature, aumenterà la resistenza opposta dal mezzo e proporzionalmente anche il lavoro muscolare.
La Pressione idrostatica
La Pressione idrostatica è definita dalla legge di Pascal.
La legge di Pascal afferma che se si esercita una pressione sulla superficie del fluido, tale pressione viene trasmessa in ogni punto del fluido e a qualunque profondità.
La pressione idrostatica è quindi la forza esercitata da un liquido in quiete sull’unità di superficie delle pareti del recipiente che lo contiene o dei corpi in esso immersi; la sua intensità aumenta con l’aumentare della profondità e dipende dalla densità del fluido.
Gli effetti biologici della pressione idrostatica sul corpo umano sono notevoli.
L’aumento della pressione idrostatica, riducendo il calibro dei vasi venosi superficiali, attiva il ritorno venoso, favorendo il drenaggio di edemi o versamenti, aumenta la gittata cardiaca nonché del flusso sanguigno ai muscoli.
Sono queste proprietà fisiche, se ben sfruttate, a rendere l’ambiente acquatico un setting terapeutico ideale per ottimizzare le risposte motorie e ridefinire un corretto schema corporeo.
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